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Napoli, giovedì 28 marzo

Foto A. Zarcone
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Monopattini padroni della strada

Il Presidente

In sede di conversione in legge del Decreto sulle semplificazioni sono state introdotte maldestramente, perché fuori tema, come giustamente richiamato dal Presidente Mattarella, ulteriori misure che modificano il Codice della Strada, al di fuori di una necessaria e razionale riforma dello stesso, per adeguarlo alle attuali necessità di spostamento degli uomini e delle merci. Si tratta, infatti, solo di piccoli interventi normativi per promuovere la micro mobilità, senza alcuna riflessione sulle conseguenze in termini di incidenti stradali che continuano a mietere vite umane ed incidere sui costi sociali sostenuti dalla collettività.

 L'ACI è sempre soddisfatto quando il legislatore si occupa di sicurezza stradale, soprattutto se gli interventi mirano a semplificare il Codice della Strada, per trasformarlo in un Codice dei Comportamenti dei "movers". Anzi, ci si è mossi nella direzione opposta. Infatti, le nuove norme introdotte costituiscono una vera e propria "deregulation" della mobilità ciclabile che ha un forte effetto diseducativo. Sembra che basti fissare il limite di velocità a 30 km/h in città per dare carta bianca alle biciclette - e quindi anche ai monopattini elettrici che sono equiparati ai velocipedi. Hanno la precedenza su tutti, possono circolare sulle corsie riservate al trasporto pubblico, procedere in senso di marcia opposto a quello dei veicoli, andare appaiati e magari sorpassare. E ciò,  nonostante i dati sull'incidentalità ci dicano che si tratti di pratiche estremamente pericolose, anche in considerazione dell’esposizione al rischio del ciclista rispetto ai veicoli a quattro ruote che è almeno 50 volte superiore.  A Napoli, poi, la "deregulation" sarebbe ancora più grave visto che, già allo stato, la mobilità su due ruote risulta estremamente pericolosa a causa delle poche piste ciclabili presenti sul territorio, molte delle quali, per giunta, sono mal realizzate e in deprecabili condizioni d'uso. In pratica, servono solo per ottenere finanziamenti statali e/o europei.

Né ci convincono i provvedimenti relativi agli autovelox in città, ai 3 secondi di durata minima del semaforo giallo e all'ampliamento delle funzioni degli ausiliari del traffico i quali, invece, dovrebbero limitarsi a segnalare l’infrazione al Corpo di Polizia Municipale ma non sostituirsi ad esso. L'obiettivo del Codice della Strada non deve essere quello di favorire gli Enti locali per il reperimento delle risorse finanziarie attraverso  le sanzioni pecuniarie, bensì tutelare e promuovere la mobilità "responsabile".

Infine, i Comuni, adottando i provvedimenti relativi ai veicoli a due ruote conseguenti a questa pseudo riforma, ritengono di poter soddisfare il fabbisogno di mobilità dell'intera collettività. Ignorando, però, che le misure previste riguardano una limitata percentuale degli spostamenti giornalieri, al massimo del 10% del totale, raggiungibile nell'arco temporale 2020-2030, così come risulta da una specifica e qualificata ricerca della McKinsey. Riferendoci a Napoli, in pratica, la stima prevedrebbe, fra dieci anni, la conversione sulle due ruote di poche migliaia di spostamenti quotidiani effettuati in auto, sempre che le condizioni delle strade, allo stato impietose, saranno consone all'uso in sicurezza di bici e monopattini. Per il resto 'A Maronna c'accumpagna, ma a piedi.  

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